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Portopalo, campo sportivo: storia di ordinaria vergogna

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Portopalo, campo sportivo: storia di ordinaria vergogna
10 gennaio
17:21 2017

La ricostruzione dell’iter amministrativo avviato negli anni 80. A giorni il probabile avvio dei lavori

Campo sportivo di Portopalo: una farsa dove a pagare è sempre stato il Comune, cioè i cittadini contribuenti. Chi ha sbagliato nelle procedure di esproprio o commesso errori, da cui sono poi scaturiti contenziosi molto costosi e da vero e proprio salasso finanziario, non ha mai risposto delle proprie responsabilità davanti alla Giustizia, sia essa di natura penale, civile o contabile. Ma veniamo alle fasi che hanno contrassegnato l’iter amministrativo dell’impianto sportivo municipale.

Tutto comincia con la deliberazione della Giunta Municipale 274 datata 14 novembre 1980: il Comune di Portopalo di Capo Passero approva il progetto per la costruzione di un campo sportivo polivalente in contrada Pizzuta, unitamente agli atti di esproprio e alla dichiarazione di pubblica utilità. Per la realizzazione dell’impianto sportivo venne instaurata la procedura espropriativa dei terreni necessari e, tra l’altro, di quelli appartenenti alla Società Capopassero per una superficie di mq 20.491,96 (da estrapolare da una maggiore delle particelle catastali n. 140, 141, 52, 153, 152, 154, 128 e 127 del foglio 42).

Nel 1982, la procedura espropriativa fu avviata con l’ordinanza commissariale n. 107 del 23 febbraio 1982 che disponeva l’occupazione d’urgenza, avvenuta con verbale di immissione in possesso del 15 marzo 1982.

Quattro anni dopo (ordinanza n. 101 del 19 febbraio 1986) fu determinata l’indennità di espropriazione che non venne accettata dalla società Capopassero. Inoltre, nel termine fissato di cinque anni dalla immissione in possesso, non venne emesso il decreto definitivo di esproprio né venne realizzata l’opera per la quale si era instaurato il processo espropriativo.

Tra il 1980 e il 1986, dunque, si crearono i presupposti (procedura espropriativa, mancata emissione del decreto definitivo di esproprio e mancata realizzazione dell’opera per cui si era instaurata la procedura di esproprio) per il contenzioso con la società Capopassero che, con ricorso n. 5023/2003, rifacendosi alle deliberazioni degli anni 80, chiese la restituzione dell’area, il pagamento dell’indennità di legittima occupazione ed il risarcimento danni per la illegittima occupazione. Il ricorso si concluse con la sentenza emessa nel 2007 dal Tar di Catania (n. 1457) con la quale il Comune venne condannato a restituire l’area e pagare i danni alla società Capopassero s.r.l. per la occupazione illegittima. Sentenza con cui si dichiarava il difetto di giurisdizione per quanto riguardava l’occupazione legittima. La società Capopassero riproponeva la richiesta di indennità per la occupazione legittima davanti alla Corte d’Appello di Catania. Nello stesso anno, l’allora sindaco Fernando Cammisuli consegnò alla Procura di Siracusa un corposo incartamento riguardante la documentazione dell’iter di realizzazione del campo sportivo, per verificare eventuali responsabilità in capo a funzionari o amministratori comunali in carica negli anni 80.

Il Comune, nell’impossibilità di trovare un accordo con la società ricorrente, considerato che la Capopassero aveva presentato ricorso al Tar per avere eseguita la sentenza, si difese nelle sedi opportune. Il CGA, con decisione del 19 aprile 2011, confermò l’esecuzione della sentenza originaria, intimando al comune la restituzione dell’area ed il pagamento dei danni comprensivi di interessi e rivalutazione.

La società Capopassero, nel settembre 2011, chiese, oltre alla restituzione dell’area, la somma di €. 2.923.283,45 per il danno derivante dalla occupazione illegittima ed €. 1.500.523,28 per l’indennità di occupazione legittima alla data del 31.07.2011 e “oltre quanto andrà a maturare fino alla data della restituzione e dell’effettivo pagamento”. Nel dicembre 2011, il Comune di Portopalo, a seguito di vari incontri tra le parti, formulò una proposta pari ad €. 950.000,00 per l’acquisto dell’area ed il risarcimento del danno. Considerata la diversa valutazione data dal comune a quanto richiesto dalla società Capopassero, quest’ultima chiese la nomina di un commissario ad acta innanzi al CGA affinché provvedesse all’esecuzione della sentenza. L’Amministrazione comunale, con propria delibera datata 11 maggio 2012, nominò l’avvocato Carmelo Miranda “al fine di trovare con la società Capopassero s.r.l. una soluzione, concordata sulla scorta degli atti giudiziari già intervenuti”, in grado di arrecare il minor danno al Comune.
L’accordo, tuttavia, non fu raggiunto e venne nominato un commissario ad acta per dirimere la vertenza. Nel maggio del 2013 vennero apposte le firme sul verbale di acquisizione dell’area da parte della Capopassero (si era già nel periodo di operatività del commissario ad acta). Si arriva, quindi, al luglio del 2014, periodo in cui un nuovo tassello si aggiunge nella vicenda infinita del campo sportivo. Su convocazione del commissario ad acta, viene redatto un apposito verbale in cui il comune si impegna a soddisfare il debito di 1 milione e 100 mila euro con la società Capo Passero per l’occupazione illegittima del terreno, in effetti mai espropriato. Un accordo con la società Capopassero riduce il debito a 935 mila euro, con il seguente iter di pagamento: 115 mila euro da versare entro dieci giorni dalla sottoscrizione del verbale, 263 mila euro entro fine agosto 2014, 278 mila euro entro agosto 2015 e stessa somma un anno dopo. La società decise di rinunciare sia ad azioni giudiziarie e processuali sia ad un ulteriore credito di 87 mila euro a titolo di interessi e rivalutazione monetaria del debito. Da notare che in passato, un altro debito inerente la vicenda del campo sportivo era già stato saldato ai fratelli Garofalo per oltre 1 milione di euro.
Qualche domanda nasce spontanea: perché non venne emesso il decreto definitivo di esproprio a metà degli anni 80 ? E chi doveva fare questo ? Inoltre, chi doveva controllare che nel termine fissato dall’immissione in possesso venisse emesso questo decreto ? Domande rimaste, purtroppo, senza risposta o avvolte nella coltre di polvere determinata dal passaggio del tempo e nello spesso strato di disinformazione e propaganda politica che ha contribuito a nascondere, ieri come oggi, la verità dei fatti che emerge dall’analisi degli atti amministrativi.

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(il terreno di gioco in una foto di qualche anno fa)

 

Il riacquisto del terreno

Nel dicembre del 2014, dopo l’annuncio del sindaco Mirarchi, riguardante l’acquisto del terreno di gioco per 450 mila euro, non mancarono le prese di posizione provenienti dal versante dell’opposizione consiliare. In quel periodo, infatti, si apprese della stipula di una convenzione con la società Capopassero, proprietaria del terreno, per il progetto di manutenzione straordinaria e riqualificazione dell’impianto di contrada Pizzuta. Il sindaco Giuseppe Mirarchi e il procuratore della società Capopassero, Michele Giambra, convennero di procedere ad un accordo per la cessione del terreno dietro un corrispettivo di 450 mila euro, per una superficie di 25 mila metri quadrati. Conti alla mano, il Comune ha pagato quel terreno alla somma di 18 euro per metro quadrato. La somma fu quella che in passato era stata quantificata per l’occupazione del suolo.
Il consigliere comunale Edmondo Pisana, lo stesso che pochi giorni fa ha chiesto ufficialmente una commissione consiliare d’inchiesta sul campo sportivo, nel dicembre 2014 si domandò come mai il Comune non abbia preso in considerazione l’opzione legata ad un’eventuale procedura di esproprio per pubblica utilità del terreno. Intervistato da Gazzetta del Mediterraneo, il 22 dicembre 2014, Pisana dichiarò: “La Capopassero è la stessa società con cui il Comune, lo scorso mese di luglio, ha stipulato un accordo di transazione a copertura di un credito, vantato dalla società, per questioni, risalenti agli anni 80, legate all’iter amministrativo di realizzazione della struttura sportiva ed è la stessa che, pochi giorni dopo l’accordo transattivo di luglio con il Comune per la vicenda del contenzioso del campo sportivo, ha regalato all’Ente un’autovettura in uso da parte dell’Amministrazione comunale”.

 

Presto al via i lavori

Intanto, si attende la cerimonia di posa della prima pietra: il 2017 potrebbe essere l’anno di realizzazione dello stadio municipale. I lavori di manutenzione straordinaria e riqualificazione delle strutture esistenti dell’impianto sportivo di contrada Pizzuta sono stati affidati alla Costruzioni e Restauri di Rosolini, unica impresa della provincia di Siracusa presente nell’elenco delle ammesse alla gara. La ditta vincitrice ha presentato un ribasso del 30,17% sull’importo a base d’asta di 456.330,19 euro, prevalendo di stretta misura sulla Mgm Costruzioni di Ragusa il cui ribasso presentato è stato del 30,15%. Gli altri ribassi sono stati del 7,80% (Pmp Costruzioni), 9,50% (Callari Costruzioni), 21,12% (Icoser) e 10,55% (Edile Vna). L’importo contrattuale ammonta a 318.655,3 euro oltre a 139.505,77 euro per costi di manodopera e 24.437,80 per costi di sicurezza, per un importo complessivo di 482.598,94 euro. Il progetto prevede la realizzazione di un campo da calcio regolamentare in erba naturale. Non è prevista la realizzazione di tribune. L’assessore ai lavori pubblici, Gaetano Gennuso, parla di traguardo ormai a portata di mano.
“Dopo le feste natalizie, espletati gli adempimenti di natura burocratica, potremo individuare la data per la posa della prima pietra e l’inizio ufficiale dei lavori”, ha affermato l‘assessore Gennuso che ha ipotizzati già alcune varianti al progetto per il cambio della tipologia del terreno di gioco e per prevedere almeno una tribuna. “Puntiamo ad avere il manto di gioco in erba sintetica, – ha aggiunto Gaetano Gennuso – per una migliore gestibilità e manutenzione del terreno. Inoltre, vedremo di realizzare anche una tribuna per far si che il pubblico che verrà al campo possa avere un posto dove sedersi per assistere alle partite di calcio”. Gennuso, che ha attraversato varie stagioni politiche, ricoprendo ruoli istituzionali dalla fine degli anni 90 in poi, si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa. “Gli scettici in servizio permanente dovranno ricredersi. Da qui a sei o sette mesi circa, il nostro territorio potrà avere il campo sportivo”. Visti i precedenti, all’assessore si consiglia l’uso del condizionale.

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