Gazzetta del Mediterraneo

Il cuore grande dei pachinesi: due straordinarie storie di solidarietà per Michele e Giuseppe

Il cuore grande dei pachinesi: due straordinarie storie di solidarietà per Michele e Giuseppe
25 ottobre
17:26 2018

Michele e Giuseppe hanno bisogno di aiuto: la comunità pachinese non si è tirata indietro.

DI TURI MONCADA. Se senti squillare il telefono quando non sono neanche le 8 del mattino, il primo pensiero che ti passa per la mente è che sia successo qualcosa. Driiin, driiin.  Il trillo  mi fa trasalire. Sono seduto in cucina, davanti al televisore sorseggiando un buon caffè.  Poso la tazzina, sposto una sedia per farmi largo,  stride a contatto con il pavimento emettendo  un suono acuto e  sgradevole.   Allungo la mano  e prendo il telefono posato sull’altro capo del tavolo.  Intanto che va la sigla del Tg mi porto il cellulare quasi sotto al naso  e un po’ assonnato stringo gli occhi come se prendessi la mira.  Leggo il nome sul display: un amico  che non sentivo da  tempo, un collega ai tempi dell’università. Cosa sarà successo  per chiamarmi così  di buon mattino senza una ragione evidente? In effetti qualcosa era accaduto.

All’inizio ho creduto che avesse chiamato per burlarsi di me. Il ché mi ha un po’ infastidito: dinnanzi al caffè e al telegiornale delle 8  non mi va di essere disturbato. “Chi è Giuseppe o Peppe?”. Ma che domande sono?  Prima di lanciare uno spergiuro cerco di fare ricorso a quel poco self-control di cui mi ha dotato madre natura. Credendo ancora che avesse voglia di scherzare, rispondo per le rime. “Mhhh, fammi pensare. A Pachino di Giuseppe ce ne saranno qualche migliaio e altrettanti Peppe se ci metti pure Pippo probabilmente superiamo i 5 mila. E’ un nome comunissimo di persona, tu con chi vuoi parlare?”. Forse  gli serviva un ‘gancio’ per prendere contatto con qualcuno in città, pensai. “Parlo della gara di solidarietà, la raccolta fondi sui social  per quel ragazzo pachinese che sta poco bene, i post su Fb li abbiamo letti pure noi!” Ora riuscivo a comprendere meglio.

Ecco cosa era successo. E’ stato come uno squillo di tromba in piena notte: il  senso di comunità,il buon cuore dei pachinesi,  lo spirito di solidarietà aveva travalicato i confini della città e della provincia. “Forse ci siamo fatti un’idea sbagliata di voi”.  E si caro amico ti sei fatto un’idea sbagliata e chi sa quanti altri come te.  Certo è che a leggere i giornali, qualcuno un’idea se l’è fatta.  Sicuramente non bella ma di certo errata.   Lontano da difesa d’ufficio o  spirito campanilistico,  quanto a solidarietà Pachino  non è   secondo a nessuno. Ma vaglielo  a spiegare.

E poi c’è la storia di Michele, 63 anni, da mesi vive in macchina a Porto Fossa. Dice che ha perso il lavoro, licenziato in tronco. Il suo contratto a tempo determinato non è stato rinnovato. Piccolo di statura e con i pochi capelli ricci arruffati ai lati delle tempie. Solo a guardarlo incute tenerezza. Si diceva vive in macchina da mesi ormai. Da una Fiat Punto  sfasciata  guarda malinconicamente il mare. La notte cala i sedili posteriori, sposta un po’ di cianfrusaglie e si adagia alla bell’e meglio per riposare qualche ora.  A 63 anni da solo, senza casa né lavoro, il Natale con chi e dove lo passerà? Ma prima di Santo Stefano, la cosa più impellente, con l’approssimarsi del freddo inverno, era avere un  tetto sulla testa.  Michele, 63 anni, malinconicamente solo, quel tetto l’ha trovato.

Il merito? Del grande cuore di un pachinese che ha offerto una abitazione temporanea per Michele. Ma anche merito  di chi ha portato alla ribalta questa storia.  Stiamo parlando di Pachino CamNews ed il suo operatore tuttofare Ivan Sortino. Lui che intervista tutti, questa volta, preso in ‘trappola’, è stato intervistato da noi. “Il nostro mestiere ci porta spesso  a cercare consensi e visualizzazioni. Per  Michele non è stato così.  La sua storia  mi ha toccato. Sono stato mosso da un sentimento di solidarietà misto a compassione.   Pensarlo da solo, in una macchina parcheggiata lì in un angolo del porto, alla mercé di  acqua e vento, mi lasciava un forte senso di frustrazione”: sono state le parole di Ivan Sortino. “Sono venuto a sapere di questa triste storia in estate – ha spiegato il blogger -. Mi dissero che al porto c’erano Le Iene,  inviati del programma di Mediaset. Andai, in effetti li trovai lì. Michele raccontò la sua tristissima vicenda. Il licenziamento, lo stato di disagio, la macchina come casa, la solitudine. Nonostante siano passati mesi quel servizio non è andato in onda. Qualche giorno fa  mi sono detto: vuoi vedere che la Iena stavolta la faccio io?”.

E così è stato. Ivan Sortino si è armato della sua inseparabile videocamera e ha intervistato Michele. Il 63enne  ha raccontato per filo e per segno la sua storia e le sue disavventure. “Lo dico con molta  franchezza: dal momento in cui sono vento a sapere della vicenda di Michele  non riuscivo più a togliermi dalla mente il pensiero di quell’uomo abbandonato a se stesso – ha spiegato ancora Ivan Sortino -. Che fare? Una cosa su tutte: raccontarlo e farlo sapere a quante più persone possibile, smuovere le coscienze”.  Il video intervista pubblicato su Pachino Cam News è stato postato nel primo pomeriggio, meno di 5 ore dopo Michele ha trovato un tetto sulla testa. Un pachinese di buon cuore gli ha offerto gratuitamente un alloggio.  Che Dio gliene renda merito. “Sono strafelicissimo – esulta  Ivan Sortino -. Sono euforico: la mia video-intervista e la generosità di un signore pachinese  hanno fatto si che Michele avrà un tetto sulla testa per Natale e per tutto il prossimo inverno”.

“Non tutto è perduto” le ultime parole che pronunciò al telefono il mio amico alla fine della cordiale  chiacchierata mattutina.  E chi ha mai detto il contrario!  Infiniti auguri a Giuseppe che possa guarire presto  (la raccolta fondi in città per le spese mediche è ancora attiva i salvadanai si trovano in tanti esercizi commerciali) ,  e auguri anche  a Michele che possa ritrovare serenità in una vita dignitosa.  Non tutto è perduto, dunque.  Si può arrivare ad un passo dal baratro e prima di precipitare nel vuoto  tornare indietro. E’ facile sfasciare, più difficile costruire, mettere pietra su pietra.  Pachino vive da tempo momenti difficili. Nella politica, nella società, nell’economia, nel lavoro. Molti amici emigrano già, lasciando affetti, ricordi, i luoghi dell’infanzia, la famiglia. Ma certi gesti fanno ben sperare, riscoprono una comunità unita negli intenti nei valori. Il grande cuore dei pachinesi: un motivo in più per ripartire. Ad Maiora.

TURI MONCADA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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