Gazzetta del Mediterraneo

Mosaici del Tellaro, Manfredi: “Devono rimanere dove sono, spostarli sarebbe un fallimento”

Mosaici del Tellaro, Manfredi: “Devono rimanere dove sono, spostarli sarebbe un fallimento”
04 maggio
23:16 2014

Noto – L’ex assessore Daniele Manfredi, tra gli esponenti di Uniti per la città, affronta la questione Mosaici del Tellaro e condivide le idee della Soprintendente Basile nel lasciare sul posto le famose opere d’arte. Allo stesso tempo Manfredi denuncia l’intervento errato della Soprintendenza nella costruzione del struttura che ospita i mosaici: “Condivido la dichiarazione della Soprintendente di Siracusa Dott.sa Basile – ha detto Manfredi – la quale con cognizione fa rilevare che la lettura del bene sarebbe diversa se collocata in altro luogo e sin qui ci siamo, ma occorre che si faccia qualche passo indietro ed ognuno si assuma le proprie responsabilità. Tutto nasce da un intervento edilizio totalmente sbagliato approvato dalla Soprintendenza di Siracusa per quanto concerne il contenitore dei mosaici, perché se oggi vi sono fenomeni di umidità ed i raggi solari che danneggiano in maniera consistente i mosaici la ragione è una sola la realizzazione di un mostro in acciaio e vetro che non dimentichiamo ha subito il crollo della copertura prima di essere finito e consegnato. Oggi dibattiamo dei mosaici ma la sfida non può essere con la Soprintendenza sulla collocazione dei mosaici, ma sulla necessità di mettere mano ad interventi immediati per non danneggiare ulteriormente queste opere d’arte, con le somme che ci vogliono per spostarli sicuramente si possono mettere in sicurezza in loco”.

Manfredi parla anche delle sfide nell’attrarre i visitatori e allo stesso tempo della Chiesa di San Domenico, luogo designato per un eventuale spostamento dei mosaici, che ha gravi problemi a causa dei restauri errati fatti in passato: “I mosaici – continua Manfredi – non possono che rimanere a casa loro non vedo il motivo di spostarli, sarebbe come ammettere il fallimento di criteri che contraddistinguono la fruizione dei beni culturali, la sfida non è toglierli ma conservarli e gestirli. La sfida non è fare 60.000 visitatori dei mosaici a Noto ma farne 100.000 nel luogo di origine, se passa il principio di spostarli a Noto, visto che non riusciamo a gestire Noto Antica, allora tanto vale smontare l’arco della Montagna e rimontarlo alla Villa Comunale probabilmente ci faremmo 200.000 visitatori. Poi la cosa in cui ci si supera e di metterli nella Chiesa di San Domenico dove continua l’inerzia e si fa finta di non sapere, seppure denunciato pubblicamente, di un altro sperpero di denaro in un restauro sbagliato e dannoso e secondo voi fatto da chi? Sempre dalla Soprintendenza di Siracusa, su questo si  devono chiedere risposte: Come mai nel San Domenico ci piove dentro? Come mai il San Domenico è pieno di umidità ascensionale? Come mai le statue in gesso sono irrimediabilmente danneggiate? Come mai le parti lignee sono completamente tarlate?”.

Manfredi si interroga anche nel caso in cui questi importantissimi beni dovessero essere danneggiati ed invita la politica netina a riflettere: “Ogni cosa deve rimanere al suo posto – conclude Manfredi – e la Chiesa di san Domenico l’espressione massima del Gagliardi non può che essere destinata ad ospitare una mostra permanente di Rosario Gagliardi che di visitatori ne farebbe molti ma molti di più dei mosaici che li sarebbero fuori posto. Ci vuole oggi un assunzione di responsabilità perché questi sono beni dell’umanità e non della Soprintendenza, qualora si verificasse un danno irreparabile agli occhi del mondo sarebbe colpevole la collettività Netina e su questo ritengo debba riflettere la classe politica Netina ed il Sindaco come primo cittadino e rappresentante degli interessi della città”.

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1 Commento

  1. Sebastiano Monello
    Sebastiano Monello maggio 05, 12:17

    I MOSAICI DEL TELELLARO: I PREPOSTI SANNO BENE CHE SPOSTARLI E’ UN FALSO PROBLEMA. CIO’ CHE DI SICURO SONO FUORI LUOGO E CONTESTO, SONO QUEI LAVORI SCOLASTICI POSTI ALL’INGRESSO DEI SERVIZI IGIENICI. CHI NE HA POTUTO AUTORIZZARNE L’ALLOCAZIONE? E COME MAI DAL COMUNE DI NOTO E DALLA COLTA CITTA’ NON SI SOLLEVA ‘INDIGNAZIONE”?.

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