Gazzetta del Mediterraneo

Noto, polemica tra Tiralongo e Bonfanti sulla sentenza dei 131 stabilizzati. Il consigliere: “Si avvita sulle sue certezze senza ascoltare” e il sindaco risponde: “Le sue sono posizioni preconcette prive di fondamento”

Noto, polemica tra Tiralongo e Bonfanti sulla sentenza dei 131 stabilizzati. Il consigliere: “Si avvita sulle sue certezze senza ascoltare” e il sindaco risponde: “Le sue sono posizioni preconcette prive di fondamento”
28 giugno
16:20 2014

Noto – Polemiche a distanza tra il sindaco Corrado Bonfanti e il consigliere di maggioranza Aldo Tiralongo sulla vicenda dei 131 ex articolisti. Una sentenza del giudice del lavoro ha annullato l’iter di stabilizzazione di tre anni fa e dunque i lavoratori con contratto a tempo indeterminato si ritrovano nuovamente precari. Il sindaco Bonfanti ha incontrato nell’aula del consiglio comunale i 131 dipendenti interessati alla vicenda spiegando la linea da seguire a tutela dell’ente e dei lavoratori.

In disaccordo il consigliere del Partito Democratico, Aldo Tiralongo, che accusa il primo cittadino di non aver cercato percorsi alternativi: <<Mi sorprendono le dichiarazioni del Sindaco Bonfanti rilasciate alla stampa sulla vicenda dei 131 ex contrattisti. Come già successo in passato il Sindaco rischia di avvitarsi sulle sue certezze senza ascoltare quanti suggeriscono percorsi diversi, mostrando una fretta che contrasta con la quanto mai opportuna ed obbligata necessità di confrontarsi con tutti ed ascoltare proposte diverse, soprattutto quando si tratta del futuro di uomini e donne che da anni rendono il loro servizio per la città e rischiano da un giorno all’altro di sprofondare nelle fosche incertezze del precariato. Deve prevalere il dovere dell’ascolto per valutare serenamente se vi sono strade diverse, strategie altre rispetto a quella, quantomeno frettolosa, di dare attuazione alla sentenza del Giudice del Lavoro. Non venga firmata la delibera di Giunta che riorganizza l’Ente trasformando contratti di lavoro a tempo indeterminato in contratti a termine.
Vi è cosi tale urgenza di ottemperare una sentenza non definitiva, sottoposta al gravame dell’appello, con possibilità di successo se è vero come è vero che pareri di illustri amministrativisti ritengono corretto il processo di stabilizzazione dei precari oggetto della controversia?
E’ certamente vero che vi sono opinioni per l’immediata ottemperanza. Ma è anche vero che vi sono convinzioni di segno opposto. A fronte di ciò è fondamentale ed obbligatorio attendere, temporeggiare, ascoltare tutti e poi decidere con piena scienza e coscienza. Soprattutto la coscienza di aver tentato l’impossibile per evitare il baratro del precariato infinito>>.

La risposta del sindaco, Corrado Bonfanti, non si è fatta attendere e ha risposto a tono al consigliere della sua stessa maggioranza: <<Leggo pubblicata una dichiarazione del consigliere comunale Aldo Tiralongo, che ancora una volta assume posizioni preconcette e del tutto prive di alcun fondamento giuridico sia di carattere amministrativo che amministrativo/contabile. Il consigliere Tiralongo, ignora che le sentenze del Giudice di primo grado sono esecutive e che già da oggi il rapporto di lavoro dei dipendenti, se non si adottano immediatamente misure a tutela degli stessi (leggasi rientro nel bacino del precariato) dovrebbe ritenersi, dal punto di vista strettamente giuridico, sciolto. Invece l’Amministrazione da un lato sta appellando la sentenza di primo grado con richiesta di sospensione degli effetti e dall’altro si sta preoccupando di mantenere vivo il rapporto di lavoro anche qualora la richiesta cautelare dovesse essere rigettata dal Giudice di Appello. In questo lasso di tempo, tutti coloro che ritengono di volere dare un contributo professionale proponendo anche soluzioni complementari e/o alternative sempre a tutela dei lavoratori, e nel rispetto delle Leggi e dei Provvedimenti Giurisdizionali, può liberamente farlo. Le demagogie, le strumentalizzazioni, la ricerca di visibilità, il populismo a tutti i costi lasciano il tempo che trovano e sono figli del pressappochismo e della spregiudicatezza>>.

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