Gazzetta del Mediterraneo

Pachino. Tar respinge ricorso Rabito, Giannì è il presidente del consiglio comunale

Pachino. Tar respinge  ricorso Rabito, Giannì è il  presidente del consiglio comunale
09 aprile
17:56 2014

Il Tar di Catania ha respinto il ricorso di Andrea Rabito, in virtù della sentenza Corrado Giannì è il legittimo presidente del consiglio comunale di Pachino. (Nella foto a sinistra Giannì a destra Rabito)

Clamorosa sentenza della Terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Catania: respinto il ricorso di Andrea Rabito e reintegrato alla guida del consesso civico Corrado Giannì.

Ma per capire meglio tutta la vicenda bisogna ritornare al 2011 quando Andrea Rabito, fino ad allora vicino al sindaco Paolo Bonaiuto,  “ruppe” con la maggioranza capeggiata propria da Bonaiuto decidendo per una posizione più intransigente di opposizione. A quel punto la maggioranza decise di presentare una mozione di sfiducia (o per meglio dire di revoca dalla carica di presidente del consiglio) nei confronti di Rabito che venne discussa in consiglio comunale. Al termine della votazione, avvenuta lo scorso 23 febbraio del 2012, i voti favorevoli alla rimozione di Rabito furono 13, 5 i contrari, 2 invece gli astenuti.

Per farla breve in 13 consiglieri comunali su 20 votarono favorevoli alla mozione di sfiducia a Rabito. Sulla base di quanto previsto nello statuto del comune la sfiducia sarebbe dovuta “passare” ma Rabito la dichiarò respinta applicando non già lo statuto del comune  ma la legge regionale numero 6 del 2011 che prevedeva un numero minimo di voti favorevoli alla sfiducia  pari ai 2/3 dei consiglieri comunali vale a dire 14  e non 13. A quel punto Rabito, da presidente del consiglio, proclamò  respinta la sfiducia votata nei suoi stessi confronti.

La vicenda tuttavia non termina qui. Nei giorni seguenti la segreteria comunale compilò i verbali di quella seduta consiliare che al contrario di quanto dichiarato da Rabito in aula riportavano la sfiducia del presidente. Insomma in aula Rabito aveva dichiarato bocciata la sfiducia nei suoi confronti ma nella compilazione dei verbali successivi alla seduta consiliare Rabito risultava sfiduciato. La classica situazione paradossale tipica della politica pachinese. In seguito poi venne eletto presidente del consiglio Corrado Giannì.

Ma Andrea Rabito presentò ricorso, chiedendo tramite sospensiva dell’efficacia delle delibera consiliare  di essere reintegrato alla guida del consiglio comunale,  prima al Tar, che respinse la richiesta, poi al Cga che invece l’accolse. Dunque Giannì dovette “alzarsi” dalla sedia di presidente del consiglio comunale dove si accomodò di nuovo Andrea Rabito.

Il Tar ora è però entrato nel merito della questione. Il tribunale amministrativo ha sottolineato che ad essere applicata in quella sede non doveva essere la legge regionale 6 del 2011 ma lo Statuto del Comune, insomma  i 13 voti contro Rabito bastavano a sfiduciarlo. Questo significa che la mozione di sfiducia, così come previsto nello Statuto del comune di Pachino, appena votata avrebbe dovuto avere  effetto immediato. Insomma appena i 13 voti favorevoli furono dichiarati in aula Andrea Rabito avrebbe dovuto alzarsi dalla sedia di presidente lasciando al “consigliere più anziano”  l’onere della proclamazione, per intenderci “sfiducia sì”, “sfiducia no”.  Per questo il Tar ha anche scagionato dalle accuse  la segreteria comunale che ha, secondo il tribunale catanese, semplicemente messo nero su bianco che visti i voti favorevoli e visto il regolamento comunale  la sfiducia era stata approvata.

 

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