Poco meno di 50 euro di tributo sulla pubblicità, ma non è più esigibile

Deve pagare la tassa sulla pubblicità introdotta da qualche anno che grava sulle  attività commerciali. Sull’auto aziendale c’è scritto il nome del suo esercizio commerciale e dunque il tributo va corrisposto. Nulla di strano se non fosse che lui quell’auto non ce l’ha più dall’inizio degli anni ’90. E’ questo quello che ha fatto presente un esercente che lavora nel ramo della ristorazione in città. Quell’auto ‘appena’ 15 anni fa la utilizzava per le consegne a domicilio  ed in effetti riportava sul fianco il nome della sua attività. Oggi come oggi avrebbe dovuto pagare il tributo sulla pubblicità. Ma di quella macchina lui se ne è disfatto da oltre 15 anni. Tuttavia  l’Aipa, gestore della riscossione dei tributi per conto del comune,  gli ha inviato per l’anno in corso, e cioè per il 2014, una tassa di 49,58 euro relativa alla pubblicità sull’auto e non sarebbe neppure la prima volta.  Insomma l’Aipa gli chiede di pagare la tassa per una scritta pubblicitaria sulla fiancata di una macchina  della quale l’esercente non ha più notizie da oltre 3 lustri e che  non possiede più da circa 15 anni.

Nei giorni scorsi il segretario cittadino di Uniti per Pachino  e già candidato a sindaco Sebastiano Mandalà aveva messo in luce errori ed inesattezze nell’invio delle bollette Tari  relative alla tassa sui rifiuti. In alcuni casi sarebbero state inviate a persone defunte il cui onere di pagamento ricadrebbe sugli eredi, i quali, dal canto loro,  avrebbero già ricevuto e pagato una prima bolletta.  Ora errori pure sulla tassa  della pubblicità  che grava sugli esercenti commerciali. Dal comune  nei giorni scorsi hanno fatto sapere che in effetti ci potrebbero essere degli errori nell’invio delle richieste di pagamento. Insomma basterebbe andare agli sportelli dell’Aipa e fare presente l’errore per vedersi annullate le bollette. Fatto sta che molti utenti hanno denunciato incomprensibili errori anche grossolani.

Tu cosa ne pensi? Lascia commento