Gazzetta del Mediterraneo

Portopalo, al Premio piu’ a sud di Tunisi la letteratura di Osvaldo Soriano

Portopalo, al Premio piu’ a sud di Tunisi la letteratura di Osvaldo Soriano
30 agosto
11:49 2017

Cresce la kermesse culturale di Portopalo. Darwin Pastorin e Massimiliano Castellani tra i partecipanti di prestigio.

In dodici anni è passato da Portopalo il gotha del giornalismo e della saggistica di qualità. Il Premio Più a sud di Tunisi, cresciuto mettendo in evidenza le storie di persone semplici impegnate a vario titolo in ambito sociale, punta a far crescere la sezione dedicata alla letteratura, avendo sempre un occhio di riguardo verso gli irregolari e i “perdenti vestiti di sogno”. Il primo passo è stato l’allestimento, lo scorso 5 agosto, della sezione speciale “I ribelli, i sognatori e i fuggitivi”, dedicata allo scrittore argentino Osvaldo Soriano nel ventennale della sua scomparsa. Autore di storie dove girano personaggi disincantati e carichi di dignità ironica e orgogliosa, appassionato amante di cinema che collocava il suo spirito tra Chandler e Monicelli, aggiungendo un po’ della furia di Melville e dell’indignazione di Fassbinder, Soriano è uno scrittore più che mai attuale che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura mondiale grazie ad uno stile limpido, carico d’ironia e senza mai sfociare in un compiaciuto narcisismo, lanciando uno sguardo più che mai attuale verso gli ultimi e gli oppressi di sempre.

Nel nome di Soriano si è ritrovato a Portopalo un quintetto di scrittori e giornalisti “sorianisti” di primissimo piano: Darwin Pastorin, Massimiliano Castellani, Pasquale Coccia, Cosimo Argentina e Sergio Taccone. “E’ stato un esperimento effettuato all’interno di una formula rodata da undici edizioni che hanno registrato una crescita costante del Premio Più a sud di Tunisi che rappresenta un appuntamento in grado di caratterizzare culturalmente il territorio dell’estremità sudorientale della Sicilia dove si trova Portopalo, comune collocato geograficamente al di sotto del parallelo di Tunisi. – afferma il giornalista e scrittore Sergio Taccone – Un esperimento riuscito grazie alla presenza di un team di narratori di altissima qualità e che verrà riproposto in futuro. I libri di Soriano ci fanno riflettere anche sui nostri tempi in cui nessuno sembra conoscere la direzione dove conducono le strade e dove in tanti, troppi, sembrano persi in un labirinto senza uscita, immersi in un viaggio verso nessun luogo”.

Gli autorevoli interventi registrati quest’anno sul palco del Più a sud di Tunisi confermano l’altissimo livello raggiunto dal Premio. Pasquale Coccia, giornalista del quotidiano Il Manifesto, ha raccontato lo sport che diventa terreno di rivendicazione di nuovi diritti di cittadinanza, con storie legate da un filo comune: l’impegno politico per l’emancipazione sociale. A Portopalo ha ricordato la collaborazione di Soriano con il quotidiano fondato da Pintor. “Le sue cronache riguardanti il mondiale che si disputò 27 anni fa in Italia – ha sottolineato Coccia – mettevano in evidenza aspetti e dettagli che andavano molto oltre il mero dato calcistico. Spesso era difficile trovare il risultato della partita ma gli spunti letterari e sociali erano molteplici e quei pezzi, riletti a distanza di tanti anni, sono dei capolavori giornalistici e letterari”.

Massimiliano Castellani e Cosimo Argentina hanno ricordato il carteggio tra Soriano e Giovanni Arpino, altra colonna portante giornalistica e letteraria del secolo scorso, autore di “Azzurro Tenebra”, libro considerato una pietra miliare della letteratura sportiva (e non solo). Laurea in filosofia, con una tesi su Hannah Arendt, diplomato alla Scuola di Giornalismo di Urbino, Castellani, di origini umbre, è un “bracconiere di storie di cuoio” dal fiuto sopraffino. Ha iniziato la sua carriera di giornalista collaborando con Il Messaggero prima di passare al quotidiano Avvenire dove lavora tuttora alla redazione di Milano curando le pagine culturali. Convinto che lo sport, e il calcio in particolare, possa avere una sua letteratura, nel 2005 ha pubblicato il libro “Continuano a pensare con i piedi” (Sugarco Edizioni), testo che già dal titolo fa riferimento a Osvaldo Soriano, suo punto di riferimento letterario insieme a John Fante. “Il carteggio tra Soriano e Arpino – ha affermato Castellani – rappresenta uno straordinario spunto per riflettere sul ruolo del giornalismo, sull’impegno sociale, sulla necessità di non arrendersi alle dittature, scegliendo anche la via dell’esilio volontario, come fece proprio il Gordo della Pampa. Nella probabile nuova edizione del mio libro potrei inserire un capitolo che parla di Soriano e di Portopalo”. Nonostante i lunghi anni vissuti lontano dall’Argentina e dagli affetti famigliari, perseguitato dal regime fascista di Jorge Videla, Soriano ha saputo vivere la sua vita con dignità e spirito libertario.

Cosimo Argentina, dottore in Legge con una specializzazione in criminologia, giornalista e scrittore, vive dal 1990 in Brianza dove insegna Diritto ed Economia. Un autore che ha esordito nel 1999 con il romanzo “Il cadetto” (Marsilio), vincitore del Premio Letterario Edoardo Kihlgren Opera Prima e del Premio Oplonti. Nel 2004, con “Cuore di cuoio” (Sironi), Cosimo Argentina è stato selezionato per il Premio Bancarella Sport. Ha pubblicato anche per Fandango. Nel 2016 c’è stato il suo ritorno in libreria con il romanzo sperimentale “Le tre resurrezioni di Sisifo Re”, edito da Meridiano Zero.

L’italo-brasiliano Darwin Pastorin, giornalista e scrittore dal cursus honorum di enorme prestigio, ha parlato di un progetto che Soriano non riuscì a concretizzare: la nuova edizione del suo capolavoro “Triste solitario y final” ma con protagonisti questa volta Diego Maradona ed Emilio Salgari. “Era un’idea che Soriano mi dettagliò nel corso di una lunga telefonata. Purtroppo non ha avuto il tempo per portarla a termine. E’ morto troppo presto. Sarebbe stato un altro capolavoro. Maradona è stato la mia Odissea, il mio Don Chisciotte e la mia Divina Commedia. Soriano, oltretutto, segnalò Diego a Giovanni Arpino, uno dei miei maestri di giornalismo, nel 1979 quando militava nell’Argentinos Juniors e non era ancora il Pibe de Oro. In quanto a Salgari, andrebbe fatto leggere ai ragazzi a scuola. Le sue avventure hanno accompagnato la mia infanzia e quelli di tanti altri. Anche grazie a Soriano e Salgari ho capito che il razzismo è una cosa che non dovrebbe esistere”. Tra i più eleganti narratori di “futbol”, Pastorin, tra i primi a far parte della nazionale scrittori “Osvaldo Soriano Football Club”, ha di recente pubblicato “Lettera ad un giovane calciatore” (Chiarelettere), ennesimo capolavoro della sua produzione letteraria legata al calcio.

Il Più a sud di Tunisi tornerà nell’estate 2018 probabilmente con un programma che si snoderà su più giorni ma con l’obiettivo di sempre: mettere in evidenza il giornalismo, la letteratura e le storie di qualità in ambito sociale. Nel nome della semplicità, miglior antidoto contro la complicazione che, come ci ricordava Leonardo Sciascia, è la forma moderna di stupidità spesso intrisa di malafede.

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