Gazzetta del Mediterraneo

Portopalo, oltre il j’accuse e al limite del “j’offend”: in consiglio volano stracci e carte ‘gibiliane’

Portopalo, oltre il j’accuse e al limite del “j’offend”:  in consiglio volano stracci e carte ‘gibiliane’
15 febbraio
22:28 2017

Portopalo quello che non ti aspetti, politica rissosa e un pò confusionaria. Ma chi tiene la maggioranza al sindaco Mirarchi?

PORTOPALO. Di Turi Moncada. Se i francesi sono ancora fermi al j’accuse a Portopalo siamo avanti anni luce con il  j’offend. Una montagna di stracci, carte ‘gibiliane’ e pure qualche offesa hanno fatto da  cornice all’ultimo consiglio comunale. L’adunata  in verità era già stata annunciata come ‘elettrica’. In effetti così è stato. La seduta consiliare era la prima dopo l’azzeramento di giunta e la nomina di tre dei quattro assessori che compongono la governance cittadina assieme al sindaco Mirarchi. I punti all’ordine del giorno sono di quelli che possono cambiare gli equilibri politici di una maggioranza: l’elezione del nuovo presidente dell’aula consiliare e la decandeza  di un consigliere comunale quel Mariano Luciano che, vivendo da qualche tempo in America, forse fa prima a parlare con Trump che con  il sindaco Mirarchi.

C’eravamo tanto…sbagliati.  Ma in effetti gli equilibri politici a Portopalo sono già cambiati. Perché un sindaco decida di azzerare la giunta e lasciare fuori un gruppo, Progetto Comune, che conta almeno 6 consiglieri comunali su 15 sinceramente non sappiamo spiegarlo. Un po’ come la migrazione del calamaro: non risponde a logiche scientifiche precise. Per intenderci: fuori Tano Gennuso ciao ciao maggioranza.  E così tra progetto Comune ed il sindaco Mirarchi si è assistito in aula alla gara di ‘chi prende prima le distanze dall’altro’, sono io a prendere le distanze da voi, siamo noi a prendere le distanze da lei: il problema è che l’aula consiliare è piccola e a furia di prendere distanza si rischia di trovarsi seduti a ‘mannara’.   

Volano stracci e carte gibiliane.  Il sindaco per la verità  non ha nemmeno provato a ricucire con gli ex alleati di Progetto Comune. Lo ha fatto capire chiaramenti: lui non ci sta! Al comune bisogna impegnarsi a fondo! E così Mirarchi li ha incalzati ad uno ad uno e sbirciando di tanto in tanto sugli appunti in mano,  ha letto in aula la carta ‘Gibiliana’ a tutti e sei i consiglieri di quel Progetto che ‘fu’ Comune.  Li aveva tutti lì, segnati a ‘libro nero’, nome per nome. Accuse e ‘dita nel naso’ (metaforiche si intende!)per spiegare  cosa è stato fatto male ed in maniera confusionaria dagli esponenti di Progetto Comune sia da assessori che da consiglieri, sorvolando, per amor di Patria, sull’altra lista,  quella delle cose  che non sono state  fatte per nulla.

Stracci che volano si diceva, così seduti a poco meno di un metro di distanza non hanno mai incrociato lo sgardo, in compenso se le sono dette di santa ragione.  Il primo ‘destro’ (metaforico) lo ha sferrato il sindaco Mirarchi ma l’ex assessore Gianni Drovetti ha incassato bene senza scomporsi, per poi ripartire di sinistro (metaforico). Una querelle quasi  da querela con qualche parola di troppo e un po’ di nervosismo a farla da padrona. Insomma c’eravamo tanto amati.

Ma la maggioranza chi è? Una riflessione a questo punto è d’obbligo: se la vecchia maggioranza di Progetto Comune  è ora la  nuova opposizione e la vecchia opposizione rimane tale,  in aula  il sindaco (che non è ne vecchio ne nuovo ma quello di  sempre) non dovrebbe avere i  numeri.  In effetti   la decadenza di Mariano Luciano  è stata bocciata con 10 voti.  La presidenza del consiglio? E’ andata all’opposizione, Loredana Baldo è stata eletta con 8 voti su 9 (un astenuto):  votata dalla vecchia  opposizione  e dalla attuale  maggioranza  dopo che la nuova opposizione ha abbandonato l’aula. Così tanto per non capirci definitvamente nulla, un po’ come con la migrazione dei calamari.

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