Gazzetta del Mediterraneo

Rosolini, Gennuso: “No all’Imu sui terreni agricoli, si ricorra al Tar. Crocetta ‘vassallo’ di Renzi”

Rosolini, Gennuso: “No all’Imu sui terreni agricoli, si ricorra al Tar. Crocetta ‘vassallo’ di Renzi”
29 dicembre
17:00 2014

Rosolini – Gennuso all’attacco del governo regionale e nazionale sullo scottante argomento dell’Imu sui terreni agricoli. Il deputato regionale indica la strada del ricorso al Tar, come hanno fatto anche Abruzzo, Umbria, Liguria e Veneto. <<Il governatore della Sicilia – dice Pippo Gennuso – va col cappello in mano da Renzi non per i problemi reali. Bisogna agire contro questo governo che tartassa le fasce più deboli della popolazione. Tasse su tasse, mazzate su mazzate, come il pagamento dell’Imu per i terreni agricoli. Crocetta, oramai vassallo di Renzi” che continua a bussare alla porta di Roma con il cappello in mano senza ottenere nulla. Gli agricoltori del sud est della Sicilia non riescono a farcela neppure per il vivere quotidiano e questo governo della Sicilia non riesce a battersi per i veri problemi della gente. In un momento difficile come questo non può esserci anche la tassa sui terreni agricoli>>.

Pippo Gennuso indica le strade alternative da percorrere per scongiurare il pagamento dell’Imu per i terreni agricoli: <<Altre regioni d’Italia – dice Gennuso – hanno fatto sentire la loro voce ed i risultati sono arrivati. Il Tar del Lazio ha accolto un’istanza presentata dall’Anci Abruzzo che ha sospeso il decreto interministeriale del 28 novembre che prevede l’esclusione dei terreni agricoli sotto i 600 metri di altitudine dalla esenzione dell’Imu. La richiesta di sospensiva era stata presentata pure da Anci Liguria, Anci Umbria e Veneto. Con l’accoglimento del ricorso saranno esenti dal pagamento dell’Imu anche i terreni agricoli sotto i 600 metri di altitudine. Secondo il Tar del Lazio il pregiudizio proviene dalla «assoluta incertezza dei criteri applicativi» del decreto «con particolare riguardo a quello dell’altitudine». Il Tar del Lazio ha fissato la camera di consiglio per il 21 gennaio 2015, qualche giorno prima (il 26 gennaio) del termine al quale il governo aveva fatto slittare il pagamento. Il provvedimento di sospensione adottato dal Tar Lazio fa ben sperare nel ripensamento da parte del governo e del Parlamento su una ulteriore imposizione verso i cittadini>>.

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