Gazzetta del Mediterraneo

I lavoratori del consorzio di bonifica di Ragusa proclamano lo stato di agitazione

I lavoratori del consorzio di bonifica di Ragusa proclamano lo stato di agitazione
08 maggio
23:08 2014

Modica – Temono per il loro futuro i lavoratori del Consorzio di Bonifica n.8 di Ragusa che a seguito della riunione di oggi a Modica hanno proclamato lo stato di agitazione. Si riporta di seguito il comunicato integrale diramato dalla Conf. Lavoratori

 

Nessuna garanzia occupazionale e preoccupazione per il futuro della categoria. Conf.Lavoratori proclama lo stato di agitazione per i lavoratori del Consorzio di Bonifica n.8 di Ragusa e promuove azioni mirate per far evolvere una situazione che da mesi risulta stagnante.

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Modica, 8 Maggio 2014 – “Non ce la facciamo più, è il momento di dire basta!”. E’ questo il grido di rabbia dei lavoratori del Consorzio di Bonifica numero 8 di Ragusa, riunitosi con una larga delegazione in un’assemblea indetta dalla Segreteria Provinciale di Conf.Lavoratori, a Modica.  Mentre il Governo Siciliano raschia letteralmente il fondo del barile per dare il via alla cosiddetta “Manovrina”, i lavoratori del Consorzio di Bonifica si ritrovano ancora senza la copertura delle garanzie occupazionali. All’Ente sono stati destinati 20 milioni di euro e solo 3 ai lavoratori avventizi che, a conti fatti, rappresentano la vera forza lavorativa ma che, inspiegabilmente, viene trattata come fosse ultima ruota del carro.

Una situazione di certo non nuova ai lavoratori del Consorzio di Bonifica, poiché da ormai troppi anni la storia si ripete. Ma la rabbia non si è certo trasformata in rassegnazione e i lavoratori sono pronti ad ogni azione, pur sempre nella legalità, per far valere il proprio contratto lavorativo. “Lo scorso anno, la politica si impegnava non solo a garantire il regolare svolgimento del nostro lavoro, ma addirittura mirava alla stabilizzazione dei lavoratori avventizi. Quest’anno, contrariamente alle aspettative, ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano e rischiamo di non poter completare neppure le giornate lavorative previste da contratto”, ha dichiarato José Pitino, Segretario Provinciale di Categoria.

Per la mancanza di risposte concrete circa il futuro di questa classe lavorativa, Conf.Lavoratori ha proclamato lo stato d’agitazione permanente. “In modo chiaro ed inequivocabile, è il momento di dire basta. Le sofferenze negli ultimi 18 anni, sono state troppe ed è il momento di riprendersi la propria dignità e rialzare la testa. Conf.Lavoratori, in questa azione, non vuole operare solamente per intraprendere delle discussioni, ma vuole essere propositiva. Perché in un momento storico come questo, la politica deve agire concretamente e fare investimenti mirati guardando all’attività lavorativa del settore come mezzo necessario per salvare l’agricoltura, vero volano della nostra economia”, ha voluto sottolineare Pitino.

Niente parole al vento, dunque, ma atti concreti fin da subito.  Giorgio Fede, Segretario Provinciale Generale di Conf.Lavoratori, traccia la linea della protesta che non vedrà manifestazioni plateali, ma solo azioni mirate atte a far evolvere velocemente la situazione. “Chiederemo immediatamente l’intervento di Sua Eccellenza il Prefetto di Ragusa, affinché si faccia chiarezza su alcuni aspetti anomali in seno al Consorzio di Bonifica. Altresì, coinvolgeremo la deputazione regionale locale e, in un secondo momento, organizzeremo un formale incontro con l’Assessore Regionale all’Agricoltura, perché è fondamentale individuare una strada da percorrere per definire il futuro dei Consorzi di Bonifica in Sicilia. Con questa manovra salva stipendi si sta solo cercando di mettere una pezza al problema e dare un contentino ai lavoratori. Ma questa non può essere considerata una scelta politica seria, perché le azioni vanno organizzate e programmate. Non si possono fare scelte del genere le cui conseguenze vanno a gravare sui lavoratori più deboli”.

“Abbiamo delineato questo percorso e non ci fermeremo fino a quando non avremo risultati. La rabbia dei lavoratori è tanta, ma dobbiamo canalizzarla in persuasione per avere le risposte che da troppo tempo si attendono. Non solo certezza delle garanzie occupazionali, dunque, ma soprattutto stabilizzazione”, ha concluso Fede.

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